A.B.
2 luglio 2016
Costa Paradiso: «lo slaccio è legittimo»
Il Tribunale di Tempio Pausania da ragione ad Abbanoa. Consumi per un milione di euro mai pagati: attivata la procedura di sospensione della fornitura
TRINITA' D'AGULTU - 2mila ville esclusive in riva al mare, molte con piscina, ma consumi d’acqua per un milione di euro mai pagati: dal Tribunale di Tempio Pausania arriva la conferma della legittimità dello slaccio per la comunità di Costa Paradiso, a Trinità d’Agultu. La Corte d’Appello di Sassari si era già espressa sulla correttezza degli importi dovuti. Ora i giudici galluresi confermano anche la sospensione della fornitura che Abbanoa eseguirà nei prossimi giorni.
«L’importo richiesto in pagamento può stimarsi corretto. Può parimenti considerarsi legittimo lo slaccio operato dal gestore». Con queste motivazioni, il Tribunale, in composizione collegiale, ha respinto un precedente provvedimento monocratico, che l’anno scorso aveva sospeso la procedura di slaccio. Si trattava, però, di un provvedimento d’urgenza adottato con la formula “inaudita altera parte”, quindi prima del confronto con la controparte e cioè Abbanoa, e prima ancora di entrare nel merito della vicenda. Carte alla mano è emersa chiaramente la legittimità dell’operato del gestore unico, rappresentato legalmente dall’avvocato Giuseppe Macciotta, ed altrettanto chiaramente è emersa la situazione debitoria della Costa Paradiso, con un milione di euro dovuto per consumi mai pagati. «Una vera ingiustizia, perché fino a oggi i costi del servizio a favore dei villeggianti hanno pesato sulle tasche di tutti i cittadini sardi», dichiarano dagli uffici di Abbanoa.
A gennaio, la Corte d’Appello di Sassari si era già espressa, riconoscendo la corretta attuazione delle regole contrattuali applicate da Abbanoa in tutta la Sardegna. Il gestore sardo, per comprensori di più unità abitative così come per condomini verticali (composti da più appartamenti) applica infatti l’articolazione tariffaria disposta dall’Ente d’Ambito, allo stesso modo applicata dagli altri gestori nel resto d’Italia. Regole contrattuali contestate dal condominio Costa Paradiso, che da anni non paga le bollette dell’acqua, a cui la Corte d’Appello ha definitivamente chiarito come, all’interno del sistema tariffario, consumi e quote fissa siano indissolubilmente legati gli uni alle altre. Tale interpretazione costituisce un importantissimo elemento di garanzia per i comprensori di tutta la Sardegna (stesse regole, uguali per tutti), oltre che di vantaggio in termini economici perché, nel calcolo, metri cubi d’acqua e quote fisse vengono divisi per unità immobiliari, finendo quindi nella fascia tariffaria più bassa. Paradossalmente, infatti, le contestazioni mosse dai legali di Costa Paradiso, servite soltanto a rinviare i pagamenti, paradossalmente avrebbero portato ad un aumento degli importi, se il Tribunale avesse accolto la loro tesi.
Nella foto: Costa Paradiso
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