Sergio Ortu
9 novembre 2003
Nuovo inverno rigido per i Rom
Ci si prepara ad un nuovo inverno di freddo, acqua e fango nel campo sosta dei nomadi, ormai residenti in città
Nella sempre più diradata pineta dell’Arenosu che si affaccia sullo stagno Calik le ormai poche famiglie Rom vivono nel più assoluto degrado igienico-ambientale che mal si concilia con l’adiacente struttura ricettiva che condivide con loro la pineta dell’Arenosu. Un polmone verde ormai ridotto all’osso da incendi, abbattimenti più o meno abusivi di piante e dai parassiti del legno che invadono i pini in maniera sempre più consistente. Ad aggiungersi a questo scenario desolante a due passi da quella che osa chiamarsi “società civile”, una coltre di rifiuti che raggiunge le sponde del Calik (riserva naturale!?) quasi a delineare i confini territoriali del campo nomadi(?) anche se il nome non è corretto. Sarebbe infatti un’offesa alle vere e proprie strutture create per i Rom e dove il controllo delle persone, l’igiene e i servizi esistono realmente. Sono ormai decenni che si parla della realizzazione in un terreno della Nurra di un impianto attrezzato per i Rom con piazzole di sosta, luce ,acqua, e controllo periodico degli organi di polizia, ma fino ad oggi nessuna amministrazione comunale alla guida della città è riuscita a compiere questo importante intervento di civiltà. Tanti i propositi e le dichiarazioni d’intenti ma altrettanti i denari persi e provenienti da finanziamenti regionali previsti per tali iniziative. Qualche assessore più di altri riuscì quasi a concludere l’operazione ottenendo terreno e finanziamenti ma alla fine anche in quell’occasione tutto andò in fumo. Quasi a dimostrazione che alla fine tali interventi non presentano ritorni elettorali consistenti. Anche se, è giusto sottolineare, a soffrire di questa situazione degradante non sono solo i Rom ma anche i poderi e le famiglie limitrofe senza contare poi i danni all’ambiente in un’area oltrettutto già sottoposta a vincoli. A quando un po’ di buonsenso da parte della classe dirigente cittadina nei confronti delle piaghe sociali croniche della città?
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