A.B.
18 giugno 2016
Pesca: Falchi a Santa Giusta
«36milioni dal Feamp 2014-2020, grande opportunità per il comparto», commenta l'assessore regionale dell'Agricoltura
SANTA GIUSTA - «La pesca e l’acquacoltura sarde, nel ciclo Feamp 2014-2020, avranno a disposizione circa 36milioni da risorse europee, statali e regionali: una grande opportunità per un settore che oggi più che mai ha bisogno di programmazione». Lo ha detto oggi (sabato), a Santa Giusta, l’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, durante il convegno dedicato al tema “Le lagune in rete-Le aree umide costiere della Sardegna, da realtà marginali a risorse da promuovere”, organizzato nell’ambito della Festa delle Lagune 2016. Nel corso dell’incontro, esperti delle università di Sassari e Cagliari si sono confrontati sulle opportunità di economia e sviluppo nei Comuni lagunari e nelle aree umide costiere e sull’ipotesi di una rete tra i territori interessati per una valorizzazione integrata dei prodotti e delle risorse ambientali. «Le lagune possono avere un’importanza strategica nel rilancio della pesca in Sardegna – ha spiegato Falchi - Ma la delicatezza dei loro straordinari ecosistemi non va sacrificata: puntiamo a un aumento delle produzioni in un contesto di salvaguardia ecologica di ambienti così fragili».
Le risorse per costruire queste e altre opportunità ci sono: rispetto al vecchio ciclo Fep 2007-2013, dalla ripartizione del Feamp (fondo per la politica marittima e della pesca dell'Unione Europea) 2014-2020 la Sardegna ha praticamente raddoppiato la sua quota: da 7,9 a circa 18milioni provenienti dall'Ue che, con il co-finanziamento di Stato e Regione, salgono a 36. «Un risultato importante che riequilibra la scarsezza di risorse storicamente assegnate alla nostra Regione e che ci impone di sfruttare al meglio la grande opportunità messa a disposizione dalla nuova programmazione – ha osservato la titolare dell’Agricoltura - Il comparto è in sofferenza e forse un po’ disorganizzato, ma ha grandi capacità di crescita produttiva e occupazionale e finalmente può ricevere un livello di attenzione finanziaria che consenta forme e meccanismi di competitività, di promozione del prodotto e di aggregazione degli operatori».
«Anche la pesca e l’acquacoltura – ha proseguito Falchi - hanno bisogno di strategie di filiera strutturata per la trasformazione del prodotto, la certificazione, la promozione e la commercializzazione». Si va nella direzione di «un progetto regionale per la pesca: le “Lagune in rete” di cui abbiamo discusso oggi possono essere il primo passo di un percorso di tutela, valorizzazione e promozione delle specificità territoriali all’interno di una visione strategica d’insieme». Inoltre, per favorire il processo di riorganizzazione e di potenziamento del comparto, l’Assessorato sta lavorando anche alla costituzione di un fondo di garanzia simile a quello presentato poche settimane fa per le imprese del settore primario. La priorità ora sono due: «prima di tutto – dice Falchi - avviare la programmazione dei Gruppi di azione costiera che, nel nuovo Feamp, adesso si chiameranno Flag-Gruppi di azione delle marinerie locali e consentiranno di fare la progettazione per i singoli territori permettendo di attuare al meglio il progetto di pesca regionale». In seconda battuta, mettere a correre i 36milioni di euro del Feamp: «Dobbiamo organizzarci per spendere subito queste risorse attraverso la predisposizione di bandi a misura di azienda e che abbiano ricadute reali: concorderemo i criteri con le aziende e le loro rappresentanze», ha concluso l’assessore.
Nella foto: l'assessore regionale Elisabetta Falchi
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