A.B.
23 maggio 2016
Psa: prorogati obblighi per caccia al cinghiale
Dopo le interlocuzioni di oggi con i rappresentati delle associazioni venatorie, è stata prorogata da mercoledì 1 a martedì 27 giugno la scadenza per i cacciatori, comunque organizzati, della comunicazione ai Servizi veterinari della Asl ed alla Stazione Forestale e di Vigilanza Ambientale, competenti per territorio, del nominativo del cacciatore referente per l’esercizio della caccia al cinghiale
CAGLIARI - La lotta alla Peste suina africana deve tener conto dell’analisi della malattia presente fra i cinghiali, in alcuni casi sieropositivi e molto più di raro viruspositivi, che grazie ad una stretta collaborazione fra cacciatori ed istituzioni regionali ha permesso di raccogliere e rielaborare numerosi dati sullo stato della Psa nei 32 Macroareali in cui è diviso il territorio isolano. Se ne è parlato oggi (lunedì), nella sala riunioni del primo piano della Torre del palazzo regionale tra i rappresentanti dell’Unità di progetto per l’Eradicazione della Peste suina africana e quelli delle associazioni venatorie sarde. Sandro Rolesu, dell’Istituto zooprofilatico della Sardegna ha illustrato i dati raccolti nella stagione di caccia al cinghiale 2015-2016: 12734 campioni conferiti dalle compagnie di caccia alle Asl competenti, di cui 245 risultati sieropositivi e tredici viruspositivi. I Comuni da cui sono pervenute le maggiori criticità riguardano il Macroareale di Buddusò, che comprende anche gli agri di Bitti ed Alà dei Sardi. Poi, in ordine sparso, Bultei e Bolotana, Osilo, Tergu, Chiaramonti e Seulo. Questo importante scambio di sinergie ed informazioni fra cacciatori ed Unità di progetto ha permesso di confermare gli studi già redatti dal personale sanitario regionale sullo stato della malattia nel selvatico nei diversi territori dell’Isola.
Dopo le interlocuzioni di oggi con i rappresentati delle associazioni venatorie, è stata prorogata da mercoledì 1 a martedì 27 giugno la scadenza per i cacciatori, comunque organizzati, della comunicazione ai Servizi veterinari della Asl ed alla Stazione Forestale e di Vigilanza Ambientale, competenti per territorio, del nominativo del cacciatore referente per l’esercizio della caccia al cinghiale. Inoltre, entro quella data andranno comunicati l’indirizzo e la località e, qualora di difficile individuazione attraverso le coordinate Gps, il luogo dove verranno raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati, sezionati e stoccati. Tali luoghi non potranno assolutamente essere situati in aziende suinicole. Impegni più specifici riguardano i cacciatori che svolgono attività venatoria nelle aree infette da Psa nel selvatico. Sempre entro il 27 giugno, i cacciatori dovranno nominare un referente per l’esercizio della caccia al cinghiale che ha il dovere di garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e gestionali contenute nel quarto provvedimento elaborato dall’Unità di progetto. Il cacciatore referente dovrà quindi trasmettere, entro tale data, ai Servizi veterinari della Asl ed alla Stazione Forestale e di Vigilanza Ambientale, competenti per territorio, una formale richiesta di deroga al divieto di caccia, previsto per questi macroareali infetti. Il referente dovrà inviare cartografia dell’area di caccia, con indicazioni del Comune, o elenco dei Comuni, dove verrà praticata e il luogo dove verranno raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati, sezionati e stoccati.
Infine, entro il 27 giugno di ogni anno, il referente dovrà comunicare l’elenco dei cacciatori, dei battitori e di tutte le persone che fanno parte a diverso titolo del gruppo di caccia organizzato. «L’incontro di oggi è stato molto positivo e proficuo sul piano dell’elaborazione degli interventi da mettere in campo nei prossimi mesi per l’eradicazione della Psa: lo scambio di idee, il dialogo e il confronto fra istituzioni e associazioni venatorie è tassello fondamentale per cancellare un virus che da trentotto anni ha fatto indossare la maglia nera al comparto suinicolo sardo». Lo ha detto il responsabile dell’Unità di progetto e direttore generale della presidenza della Regione Alessandro De Martini, che ha poi aggiunto: «Le porte dei nostri uffici sono aperte alle buone proposte e alle domande dei tanti portatori di interesse che hanno a che fare con Peste suina africana. Questo è stato il nostro modo di operare dal primo giorno e così sarà anche per il futuro».
|