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Antonio Sini 10 febbraio 2007
L´orgoglio dei profughi va in scena a Fertilia
Grande partecipazione alla serata organizzata dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
L´orgoglio dei profughi va in scena a Fertilia

ALGHERO - Ieri a Fertilia era “ Giorno del ricordo”. Nella palestra di Via Parenzo, presente il Sindaco di Alghero Marco Tedde, il presidente del consiglio Conoci, il Vescovo Mons. Giacomo Lanzetti. Nel tavolo delle autorità anche Bruno Crevato Selvaggi, studioso di storia Giuliana Dalmata, e Verzio Vetti storico. La serata, organizzata dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, ha richiamato un gran pubblico. Si commemorava la ricorrenza del 50° anniversario dell’arrivo dei profughi Giuliano- Dalmati a Fertilia. Dopo il saluto dell’autorità cittadine, è stato proiettato un filmato, della durata di un’ora circa, che ha calamitato l’attenzione di presenti. Un flash back su una Borgata che fa parlare di se per il suo peculiare stile architettonico e oggi soprattutto per la sua storia. Fertilia nasce per volontà del Duce Benito Mussolini. Nel 1936 è inaugurata in grande stile. Ma rimane incompiuta sia per la complessità del suo intervento, sia per la deflagrazione della guerra. L’Ente Ferraese di Colonizzazione, passò la mano all’Ente Sardo di Colonizzazione, ma per Fertilia un fenomenale impulso di crescita arrivò nel 1947, quando numerose famiglie provenienti dai campi profughi decisero di crearsi una nuova vita. Erano gli anni bui della fine della seconda guerra mondiale, dell’Esodo dei Giuliano Dalmati, costretti a lasciare le loro terre e le loro case, dopo che, con il Trattato di Parigi, l’Italia perse le terre dell’est immediatamente confinanti con la Jugoslavia di Tito. Furono giorni durissimi per quella popolazione, si parla di non meno di 300 mila persone, che abbandonarono l’Istria e la Dalmazia, inseguendo la loro Italianità, la loro identità. Giorni terribili fatti di omicidi, infoibamenti, di terrore. Ieri a Fertilia si è parlato di tutto questo. Si è ancora una volta affrontato il tema dell’orgoglio dei profughi. Famiglie intere che dovettero rinventarsi una vita. Il filmato scorreva proponendo non “storici asettici”, ma facendo parlare gli ex profughi, memorie viventi: ciascuno con un proprio vissuto. Hanno parlato con il cuore in mano, qualcuno con grande senso critico. Critica contro gli enti preposti alla creazione e assegnazione della case ai profughi che sono finiti miseramente, falliti nei loro intenti. Centrale la figura del parroco di Fertilia del tempo, un uomo che aveva l’incarico di gestire le risorse destinate ai profughi di Fertilia. Ma come sempre accade, tanti sono gli scontenti tutt’oggi. Dal dibattito che è seguito alla proiezione del filmato, è emerso che Fertilia e tanti profughi ancora oggi reclamano i loro diritti. Nel mentre le proprietà e la gestione degli immobili sono passati dall’E.g.a.s. (Ente Giuliano Autonomo di Sardegna), all’Intendenza di Finanza. Un groviglio di lacci e laccioli che stanno facendo decadere Fertilia in un profondo degrado e malessere. Le parole pronunciate in chiusura del dibattito da Marisa Brugna sono emblematiche: «Non dobbiamo perdere la speranza. Il nostro orgoglio conservato per tanto tempo e oggi esploso con impeto, ci deve consentire di portare avanti le nostre legittime rivendicazioni. Noi, con le nostre case, i nostri averi, abbiamo pagato per l’Italia i danni di Guerra, Roma nei nostri confronti è debitrice». Si persegue tenacemente la strada che porti i profughi ad avere assegnate definitivamente le case, con un riscatto simbolico e accettabile, non a cifre iperboliche come oggi è richiesto. La Giornata del Ricordo continua oggi a Fertilia a partire dalle ore 9, sarà emesso un francobollo a ricordo dei 60 anni dell’arrivo dei profughi Giuliani a Fertilia. Alle 10 la Santa Messa, alle ore 11 cerimonia e riconoscimento del Sacrificio offerto, alle 11,30 processione e deposizione delle corone, alle ore 12 i saluti finali.



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