S.A.
12 aprile 2016
Export Artigianato: volano imprese sarde
Sono 368 i milioni di euro generati dall’export delle medie-piccole imprese e dell’artigianato in Sardegna nel 2015, che ha registrato una crescita del +32,3%, trainato dal boom dell’Ogliastra
NUORO – Volano le esportazioni delle imprese artigiane, medie e piccole della Sardegna: nel 2015, 368milioni di euro e +32,4%. Tutti i dati dell’export manifatturiero e dell’agroalimentare. Sono 368 i milioni di euro generati dall’export delle medie-piccole imprese e dell’artigianato in Sardegna nel 2015, che ha registrato una crescita del +32,3%, trainato dal boom dell’Ogliastra. Numeri molto positivi che però rappresentano, purtroppo, solo il 7,8% di tutte le esportazioni del sistema produttivo dell’isola.
L’analisi è realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato
sull’export in Sardegna (dati Istat 2015) ha preso in considerazione i
9 settori dove è più alta la concentrazione delle MPI (medie e piccole
imprese, ovvero artigianato) propense a vendere i propri prodotti
all’estero ovvero Alimentare, Articoli in pelle (escluso
abbigliamento) e simili, Abbigliamento, pelle e pelliccia, Prodotti in
metallo (esclusi macchinari e attrezzature), Altre manifatture,
Tessili, Mobili, Legno e prodotti in legno (esclusi i mobili) e Stampa
e riproduzione di supporti registrati.
Tutti positivi i trend provinciali con l’esclusione del Medio
Campidano. La miglior performance percentuale è stata registrata in
Ogliastra (+1888,8%) trainata da una importante commessa
internazionale del settore impiantistico, seguita da Carbonia-Iglesias
con +109%. Come detto, negativo il trend della provincia di
Villacidro-Sanluri: -75,2%. «Questi dati positivi si uniscono a quelli dell’agroalimentare – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - e significano che la Sardegna può anzi deve, diventare un “laboratorio” di nuove piccole imprese che in rete tra loro possano sfruttare i settori trainanti per una vera crescita economica della Sardegna».
«La proposta di legge – prosegue la Folchetti – ha il merito di
valorizzare gli aspetti distintivi della manifattura italiana,
certificandone la filiera produttiva. I piccoli imprenditori sono
campioni e ambasciatori all’estero del “saper fare” italiano e
contribuiscono a mantenere in attivo la nostra bilancia commerciale.
Ma non possiamo accontentarci di questi risultati. La battaglia in
difesa del Made in Italy deve diventare la priorità dell’agenda del
Paese per garantire, con norme nazionali ed europee, la tracciabilità
dei prodotti per identificarne l’origine, certificare l’identità del
vero made in Italy realizzato nel nostro Paese e distinguerlo così
dalla concorrenza sleale».
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