A.B.
24 marzo 2016
Castelsardo dedica una mostra all’opera di Silecchia
A sei mesi dalla scomparsa di Giuseppe Silecchia, uno dei principali ceramisti della seconda metà del Novecento e dei primi Anni Duemila in Sardegna, Castelsardo dedica al grande maestro ed al suo laboratorio artistico la mostra dal titolo I Silecchia
CASTELSARDO – Da sabato 26 marzo, alle ore 17, e per circa due mesi, la sala X del castello dei Doria, all’interno del Museo all’interno di uno dei siti museali più visitati della Sardegna, ospiterà una mostra antologica dedicata al maestro ceramista Giuseppe Silecchia. L'esposizione, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Castelsardo, dal titolo “I Silecchia”, presenta una vasta selezione delle più significative opere dell'artista recentemente scomparso. Saranno esposti anche alcuni lavori della moglie Wanda e dei figli Roberto, Alessandro e Marco, anch’essi artisti di grande talento, da sempre collaboratori del Maestro, che oggi permettono alla tradizione familiare di perpetuarsi con successo e originalità.
Giuseppe Silecchia, trasferitosi a Sassari con la famiglia, ancora giovanissimo si distingue per le sue innate capacità manuali ed artistiche e già nel 1947 vinse una borsa di studio che gli permise di completare i suoi studi a Faenza, dove potè specializzarsi, accrescendo le proprie conoscenze in materia che gli consentirono di diventare esperto ceramista sotto la guida dei grandi maestri Bucci e Biancini. Sempre nello stesso anno, si reca ad Albissola Mare per seguire altri corsi di specializzazione e vi incontra Lucio Fontana ed Agenore Fabbri. Nel 1948, ottenne il diploma al Settimo Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza: in quel periodo, la sua produzione si focalizzò sull’unicità della realtà etnologica sarda:inesauribile fonte d’ispirazioni per l’ artista. L'anno sequente, partecipò a Venezia alla Mostra d'Arte Sarda Moderna e subito dopo approdò in diversi paesi europei e negli Stati Uniti con la “Mostra di ceramisti italiani” itinerante.
Nel 1950, fu chiamato ad insegnare nell'appena istituita sezione di ceramica dell'Istituto d'Arte di Sassari e da allora unì l'esperienza dell'insegnamento a quella artistica. Vastissimo il suo repertorio artistico, ricordiamo tra le tante la realizzazione della grande fontana monumentale in ceramica del 1956 (alta quasi 5metri) collocata al centro della corte maggiore del Padiglione dell'Artigianato di Sassari, progettato dall'architetto Ubaldo Badas. Degno di nota, il grande Cristo della cattedrale di Orgosolo, la Madonna del Cuore Immacolato dell’omonima chiesa di Sassari, la sua vasta produzione di soggetti sacri, che adornano numerose chiese della Sardegna e una miriade di opere originalissime, tra cui i suo copiatissimi soli e i coloratissimi ricci.
Silecchia ebbe il merito di non fossilizzarsi mai su temi e clichet, riuscendo spesso a rinnovarsi stilisticamente, osando frequentemente, nel lasso della sua vasta produzione artistica, nuove sperimentazioni, che fecero di lui un artista attento e sempre pronto ad aggiornarsi, tenendo però come punto fermo la sua fonte d’ispirazione, la Sardegna. Gli Anni Settanta ed Ottanta furono per Silecchia un periodo molto ricco di impegni, per il susseguirsi di esposizioni in Sardegna ed in Italia, e talvolta anche all'estero. Anche il Ministero dell’Istruzione gli affidò un importante incarico che incrementò ulteriormente il suo bagaglio culturale ed artistico: occuparsi del nascente centro di ceramica di Nabel in Tunisia. Protagonista e massimo esperto per la ceramica dell’Isola, continuò nella sua produzione artistica sino alla fine della sua vita, affermandosi come uno dei grandi della ceramica in campo nazionale.
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