Antonio Mura
23 marzo 2016
L'opinione di Antonio Mura
Un Museo del Mare al Palazzo dei Congressi
Trovo davvero indecoroso che una città turistica come la nostra tolleri la presenza di un Palazzo dei Congressi mai concluso, esteticamente discutibile, abbandonato all'incuria e ai raid vandalici, un vero e proprio monumento allo spreco di denaro pubblico. E' li' da più di 25 anni, testimone di un turismo che non c'è più, di una disponibilità di denaro pubblico ormai da dimenticare (è costato fin'ora oltre 20 milioni di euro), vittima di una programmazione che non aveva fatto i conti col cambiamento, con un flusso turistico che si spostava nel nord Africa o in qualche isola tropicale. Inizialmente era il fiore all'occhiello di qualche politico locale, oggi nessuno è disposto a scommetterci un solo centesimo, compresi gli imprenditori privati. Un'opera che parla della fine della prima repubblica e di cui la seconda non sa proprio che farsene.
Però è lì, ben visibile, integrato nel panorama della città, ormai punto di riferimento anche per chi naviga più o meno sottocosta. Volendolo abbattere bisognerebbe trovare i soldi per farlo e una discarica disposta a sopportare una tale quantità di inerti. Ma se non si può più percorrere una strada perchè non tentarne un'altra? Questa è la domanda che mi pongo e che pongo ai cittadini, compresa la rappresentanza politica. Nel contempo mi faccio portavoce di una proposta apparsa nelle ultime elezioni comunali e sostenuta dal Psd'Az di Alghero. Lo faccio con la convinzione che le belle idee non hanno etichetta, anzi sono a disposizione di tutti per essere condivise e sostenute nelle sedi opportune, nella speranza che attraggano l'attenzione degli amministratori e trovino i canali giusti per essere realizzate.
Se è vero, come è vero, che il turismo congressuale non ripaga i costi di gestione di quel Palazzo, e che lo stesso indotto non ne ricaverebbe un granchè di giovamento, rimane da verificare se si possa cambiare la destinazione d'uso della struttura, pensando ad una attività che sia comunque legata al turismo. La proposta che porto all'attenzione dei lettori è quella di trasformare il Palazzo dei Congressi in un Museo del mare. Lo dico anche in ragione del fatto che ad Alghero un qualcosa di simile lo si vorrebbe ospitare nel Museo del Corallo, con tutti i limiti che ciò comporta in termini di razionalizzazione degli spazi, di fruibilità dei contenuti e di scarsità di parcheggi. E' ovvio che la trasformazione del Palazzo a Museo comporta nuovi interventi strutturali di adeguamento e di rimodulazione degli spazi, ma in questo caso non sarebbero inutili. Daltronde il Palazzo dei Congressi attualmente non è agibile per cui, anche senza volerne cambiare la destinazione d'uso, affinchè esso possa funzionare è necessario che siano portati a termine tutti i lavori atti ad ottenere i necessari requisiti di sicurezza, interna ed esterna.
Personalmente non sono un esperto di musei, posso però dire di averne visitato un certo numero. A Genova, per esempio, sempre nel Porto vecchio recuperato da Renzo Piano, vi è un bel Museo del mare che parla di Cristoforo Colombo, uno dei personaggi più illustri della città. Ad Alghero, pur non potendo vantare una simile storia, è il mare a scrivere una parte consistente delle vicende della città, a partire dalla sua fondazione. Come tutti i musei, quindi, anche quello del Mare di Alghero, può aspirare ad essere un luogo della memoria, la rievocazione della grande storia ma anche di quelle storie minori che sono le storie di vita. I soldati, i pescatori, i primi mercantili; oppure i romani, gli spagnoli, i saraceni; per non parlare di pisani e genovesi, di blocchi di arenaria che viaggiavano per mare, di vele che si allontanavano per giorni, in attesa del tempo buono per rientrare; e di donne che dai bastioni guardavano fisse il vecchio molo del Porto, per distingure le sagome di barche coraggiose e di uomini temprati dal vento, dal sole e dal sale. Una storia da narrare negli spazi espositivi interni della struttura, anche sapendosi avvantaggiare di nuove forme di comunicazione, più vicine alla multimedialità.
All'esterno sarebbe davvero interessante poter allestire dei laboratori, dei veri laboratori, da concedere a chi ancora oggi dal mare trae il suo sostentamento. Penso ai maestri d'ascia, a questi artigiani con con esperienza, pazienza e tenacia costruiscono elegantissime barche in legno; penso ai nassai, a questi maestri dell'intreccio del giunco, a un lavoro che rischia di scomparire sostituito da metallo e reti di plastica; penso ai maestri calafati, a uomini capaci di restituire giovinezza a profili di opera viva segnati dal tempo; penso ai pescatori, alla loro abilità nel riparare le reti. Come sempre più spesso accade quindi, affiancare al Museo momenti di vita e di lavoro, in un percorso ideale dove il passato s'incontra con il presente e dove il visitatore può relazionarsi con i protagonisti attuali del mare. Due però sono le cose che più mi entusiasmano: l'istituzione di un premio internazionale del documentario dedicato al mare e un punto di ristoro con i piatti della tradizione marinara algherese.
Nel primo caso si darebbe al Museo un respiro internazionale, e nel contempo si doterebbe il museo di opere multimediali di grande valore culturale e scientifico. Nel secondo caso il visitatore può immergersi anche in quello che ormai è definito il dialetto del cibo o del gusto, dove anche i profumi e i sapori parlano del mare della nostra città. In ultimo, ma non meno importante, direi che si può pensare ad un biglietto unico per la visita delle Grotte di Nettuno e del Museo del mare, oppure ad un biglietto comprensivo di tutto, anche di un pranzo o di una cena, così da offrire al visitatore un giorno da non dimenticare, ricco di emozioni e di cose belle e buone. Poi ci sono gli eventi, i souvenirs, la dislocazione e la disponibilità di parcheggi, insomma tutto ciò che fa si che un Museo si regga con le sue forze, anzi diventi il motore per rilanciare un turismo meno straccione e più sensibile al piacere del viaggio e dell'incontro di nuove esperienze di vita. Senza la pretesa che la proposta sia esaustiva di tutto, e senza escludere che altri diano sfogo alla fantasia per ideare qualcosa di meglio, è interessante seguire le reazioni o la loro assenza, per capire se il problema sia solo politico. Oppure se gli algheresi vogliano davvero cambiare o siano ormai rassegnati al peggio.
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