A.B.
22 marzo 2016
Reliquia relicta relecta: arte ad Alghero
Lo spazio Tiralral, in Piazza del Teatro, ospiterà la collettiva di Nicola Marotta, Massimo Occhini e Giovanni Oliva. L´inaugurazione è in programma giovedì, alle ore 17.30
ALGHERO - Lo spazio Tiralral, in Piazza del Teatro, ad Alghero, ospiterà “Reliquia relicta relecta”, la collettiva di Nicola Marotta, Massimo Occhini e Giovanni Oliva. L'inaugurazione è in programma giovedì 24 marzo, alle ore 17.30 e la mostra proseguirà fino a giovedì 7 aprile.
Questo è il primo evento di un progetto espositivo che vorrebbe riproporsi con scadenza semestrale coinvolgendo ogni volta diversi artisti (da tre a cinque) che, pur assai diversi per storia personale e forme espressive, possano condividere questo minimo programma: produrre messaggi partendo dal rifiuto e dalle cose abbandonate, trovate, rinvenute; produrre messaggi dal silenzio delle cose consumate, che hanno terminato un primo ciclo d’esistenza come merce o che non sono mai entrate nel mercato e non appartengono a nessuno, relitti, cose riportate dal mare sulla terra, ritrovate in vecchi depositi, incontrate casualmente e recuperate. Materiali considerati in genere scarti, di scarso interesse e valore, magari a volte anche repulsivi, possono essere scoperti, raccolti e riutilizzati per produrre oggetti e opere d’arte, messaggi del possibile e dell’utile.
Reliquia relicta relecta: i resti abbandonati raccolti, possono ritornare in vita, il resto restaurato ed artisticamente manipolato può avere una nuova funzione, per servire ad una nuova più profonda comunicazione. I luoghi in cui ci si può approvvigionare sono evidentemente molteplici: le discariche, le cave abbandonate, la riva del mare, le buste della spazzatura, gli accumuli di carte e cianfrusaglie nei magazzini polverosi o negli archivi e depositi degli studi artistici o professionali. Il gesto umano creativo commenta, aggiunge, ma non nasconde l’origine del pezzo, non contraddice, celandola totalmente sotto superfici opache e coprenti, la natura del materiale, la soccorre piuttosto per rafforzarne la voce, l’evocazione di qualcos’altro, residua, la rielabora, per comporre polifonie, accordi armonici o commenti dis-velanti e critici, senza censurare, soffocare, negare ed ammutolire. Il materiale utilizzato si rivela senza bisogno di nominarlo, si riconosce per quello che era, ma di lui si coglie il potenziale che l’artista ha esaltato, così come attraverso la sua esemplare trasformazione si coglie il potenziale eccezionale insito in ogni altro materiale di rifiuto.
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