S.A.
7 marzo 2016
Bene Sistema Moda in Sardegna Oristano conta solo 59 imprese
Nell’isola oltre mille imprese e 2mila addetti: uno dei pochi settori che regge alla crisi con importanti potenzialità. Oristano fanalino di coda
ORISTANO – 1.106 imprese, di cui 878 artigiane, che danno lavoro a oltre 2mila addetti. Sono questi i numeri del “Sistema Moda” della Sardegna, un insieme di aziende impegnato nella confezione di articoli di abbigliamento, calzature e accessori, nella tessitura, nella realizzazione di gioielli, bigiotteria, complementi d’arredamento e occhialeria. Un settore che ha risentito minimamente della crisi registrando nel 2015 un saldo negativo di 6 imprese artigiane (-0,7% contro la media nazionale del -1,4% e contro il -2,2% di tutto il comparto artigiano della Sardegna). Sono questi i numeri che emergono dall’indagine dal titolo “L’artigianato del Sistema Moda della Sardegna”, realizzata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati UnionCamere-Infocamere e Istat del 2015, che hanno “radiografato” un settore produttivo poco conosciuto.
«La sartoria artigiana è la culla dell’alta moda italiana e il segreto del suo successo – commenta Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma questo è un settore che nell’isola necessita di maggiori attenzioni, considerato l’enorme potenziale di sviluppo e crescita. Due i punti cardine per un concreto sviluppo: formazione degli addetti e internazionalizzazione». In Sardegna il settore ha grosse capacità di crescita; ciò viene certificato dal fatto che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un risultato importante considerato che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale. Tra le imprese artigiane del settore, che rappresentano il 79,4% di tutto il comparto produttivo, il 41,6% (365 aziende) si trova in provincia di Cagliari, il 32,9% (289) in quella di Sassari, il 18,8% a Nuoro (165 unità) e il 6,7% (59) a Oristano.
Negli ultimi vent’anni, come accaduto a livello nazionale, il settore
è stato sacrificato sull’altare della moda di massa e delle griffe;
per fortuna la globalizzazione, la massificazione e l’omologazione
hanno scatenato un fenomeno di pari forza ma opposto: la voglia di
personalizzazione, originalità, qualità e buon gusto. E tutto questo è
successo appena in tempo prima che “maestri e maestre” del sistema
moda sparissero per raggiunti limiti di età e, con loro, il patrimonio
di competenze, conoscenze e cultura unici al mondo.
La spesa media mensile delle famiglie sarde per articoli di
abbigliamento e calzature è di 95 euro al mese, equivalenti a 1.141
euro all’anno. Si stima che sul territorio sardo le oltre 713 mila
famiglie spendono complessivamente 813 milioni di euro per l’acquisto
di abbigliamento e calzature, pari al 6,9% dell’ammontare della spesa
per prodotti non alimentari. Il turismo, asset rilevante nella nostra regione, interessa anche alcune specifiche attività artigiane tra cui quelle dell’abbigliamento e delle calzature: delle 6.537 imprese artigiane potenzialmente interessate da attività turistiche dell’isola quelle dell’abbigliamento e calzature ne rappresentano il 7,4%. Internet rappresenta sempre più un importante vetrina per l’offerta e
l’acquisto di merci e/o servizi: in Sardegna il 25,2%
delle imprese con 3-9 addetti acquistano e vendono sul web e il 40,4%
delle persone con più di 14 anni hanno ordinato/comprato merci e/o
servizi su internet.
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