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A.B. 26 febbraio 2016
Cultura e lingua: un investimento sulla Sardegna
«Investiamo su scuola e territorio per la tutela e la diffusione della lingua sarda», ha dichiarato l´assessore regionale della Cultura e Pubblica Istruzione Claudia Firino, durante l´iniziativa “Limba faeddada, limba bia”
Cultura e lingua: un investimento sulla Sardegna

CAGLIARI - «Non c'è futuro per la lingua sarda se i nostri giovani non la considerano parte di sé e della loro identità, se non la imparano e non la utilizzano nella vita quotidiana per comunicare. Per questo motivo la Regione ha investito principalmente sulla scuola e sugli Sportelli linguistici territoriali le risorse disponibili per la tutela e la valorizzazione della lingua». Questa la dichiarazione dell'assessore regionale della Cultura e Pubblica Istruzione Claudia Firino, durante l'iniziativa “Limba faeddada, limba bia” nella Sala Anfiteatro di Via Roma, a Cagliari, alla presenza di operatori del settore, amministratori, insegnanti, esponenti del mondo accademico. L'esponente della Giunta Pigliaru ha sottolineato come la Regione Autonoma della Sardegna si sia impegnata a finanziare, con fondi integrativi crescenti le risorse statali in costante decremento, i progetti linguistici per le scuole e gli Sportelli territoriali.

«Abbiamo coinvolto numerosissimi istituti in tutto il territorio isolano - ha precisato Firino - associazioni e operatori, che sono per noi la base della politica linguistica che vogliamo promuovere. I progetti portati avanti sui banchi di scuola devono avere una coerenza didattica, ed è necessario creare nuovi materiali partendo da una ricognizione organica dell'esistente. Inoltre, tali progetti didattici devono essere rafforzati dalle attività sul territorio, è questo il ruolo importantissimo degli Sportelli, che vogliamo valorizzare e incrementare, poiché rappresentano spesso l'unico presidio e il punto di raccordo tra scuole, amministrazioni e istituzioni». Sul tema degli sportelli linguistici, la titolare della Cultura ha ricordato anche la necessità di un nuovo lavoro di regia che «adesso possiamo portare avanti grazie anche all'approvazione definitiva delle norme di attuazione a livello nazionale, che consentono alla Regione di programmare in autonomia, e con maggiore raccordo con tutti i soggetti coinvolti, nella scelta delle politiche linguistiche. Un risultato importante, ottenuto grazie al lavoro della Regione, del Consiglio regionale e dei parlamentari sardi». Altro obbiettivo dell’Amministrazione è la valorizzazione delle competenze degli operatori, impegnati nelle scuole e nel lavoro degli Sportelli. «E' necessario certificare le competenze degli operatori linguistici – ha concluso Firino – sia per valorizzarne e professionalizzarne il ruolo, sia per dare garanzia di qualità dei progetti da loro curati, agli Enti che si avvalgono del loro lavoro. Puntiamo a una certificazione che abbia un valore non solo in Sardegna ma a livello europeo. Anche questo processo può partire solo ora, sempre grazie alle norme di attuazione».

«Il sardo può essere una lingua viva soltanto se aiutiamo le nuove generazioni ad appropriarsene, a sentirla parte integrante della loro vita e non soltanto una tradizione della nostra terra - ha detto l’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu, intervenendo in Campidanese - Il dibattito che si è sviluppato negli ultimi dieci anni dimostra che c’è un forte interesse nei confronti di un bene identitario che richiede tutto il nostro impegno perché sia tramandato alle future generazioni. È stato ormai dimostrato anche in ambito scientifico che i bambini che parlano sin dalla più tenera età sia il Sardo che l’Italiano, sviluppano più facilmente i meccanismi di apprendimento delle altre lingue. È uno stimolo che la scuola, la famiglia e le altre istituzioni devono riuscire a fornire ai nostri figli e nipoti. Non si tratta di imporre uno stile di vita, bensì di aiutare i bambini e i ragazzi ad apprezzare ciò che ci appartiene da secoli. Non c’è soltanto la Regione in prima linea in questo impegnativo programma a sostegno della Lingua sarda che, nelle diverse varianti, ha una radice comune che consente di capirci perfettamente – ha concluso Erriu –. In generale, gli enti locali hanno sempre fornito un apporto fondamentale nella diffusione della lingua sarda. Così come saranno ampliati i progetti nelle scuole, dopo l’incoraggiante avvio di questi mesi. Sono certo che questo lavoro capillare produrrà i suoi frutti nell’arco di pochi anni».

Nella foto: un momento del convegno
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