Marco Di Gangi
14 febbraio 2016
L'opinione di Marco Di Gangi
Quando 2,5 euro diventano vitali
Le recentissime dichiarazioni del ministro del turismo Dario Franceschini, autorevole membro del Governo Renzi e tra i leader del PD nazionale sull’incremento delle tasse aeroportuali di sbarco di 2,50 euro a passeggero per ogni tratta, raggelano qualsiasi aspettativa di tutti coloro i quali confidavano che, alla stregua delle isole tedesche del Mare del Nord, la Sardegna potesse essere esentata non solo dall’incremento dell’imposta stessa , ma da tutta l’imposta, che oggi incide su ogni passeggero e su ogni tratta per circa 9 euro.
“La tassa da 2,5 euro sui biglietti aerei non è un dramma” chiosa il baldo ministro E’ evidente che le tasse non sono mai gradite a nessuno – commenta lo stesso Franceschini - ma i 2,5 euro mi paiono una cosa che sta dentro un sistema che sta crescendo. E quindi non farei drammi su questo” con queste poche e ciniche parole il ministro liquida una questione che per i sardi e la Sardegna è, invece, ahimè di vitale importanza. Solo dopo decenni l’Europarlamento ha riconosciuto la condizione di insularità della Sardegna (sic), quanto ci vorrà ancora perché il Governo nazionale riconosca un sostanziale e concreto diritto dei Sardi e di chi vuole venire in Sardegna a poterlo esercitare alle stesse condizioni riconosciute a tutti colore che devono raggiungere un qualunque altro territorio nazionale sul continente?
Qui non si tratta di riservare agli aeroporti sardi un trattamento di favore e di privilegio rispetto agli altri scali nazionali, si tratta semplicemente di riconoscere gli svantaggi oggettivamente determinati dall’insularità, eliminando tutti gli ostacoli di natura economica che si frappongono al riconoscimento della piena uguaglianza dei cittadini italiani. Tale tassa rischia di penalizzare pesantemente la Sardegna e senza la sua esenzione diventa fortemente incerto il ritorno della compagnia low cost Ryanair. A causa della cancellazione di buona parte dei voli Ryanair e se non si riuscirà altrimenti a frenare questa emorragia, nella stagione 2016 si perderanno 500/550.000 passeggeri, con la conseguenza di un rilevante calo di arrivi e presenze nelle strutture ricettive cittadine e del territorio, e un forte ridimensionamento dei fatturati nella filiera turistica. L’aeroporto di Alghero, cruciale per tutto il territorio, corre perciò il rischio di un forte ridimensionamento.
E’ arrivato il momento che i vertici regionali del PD, la Giunta ed il Consiglio Regionale si armino della necessaria determinazione ed esercitino il proprio ruolo, sia istituzionale sia politico avviando, senza alcun indugio, tutte le iniziative utili a determinare il Governo Renzi a recepire la richiesta di esentare gli aeroporti sardi dal pagamento di questo ulteriore e inaccettabile onere. Si mettano la Sardegna nelle condizioni di competere ad armi pari con gli altri territori e i sardi nelle condizioni di continuare a sentirsi cittadini italiani ed europei a tutti gli effetti. E’ opportuno che si sappia che l’incremento dell’imposta nasce dall’esigenza di reperire risorse finanziarie utilizzate per finanziare un “fondo integrativo a cassa integrazione” per i dipendenti delle compagnie aeree ( ex Alitalia in primis)*
*Il Presidente di Azione Alghero
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