A.B.
13 febbraio 2016
Imprese artigiane: presentato il rapporto della Cna
Questa mattina, la Cna ha presentato a Cagliari il sesto Rapporto congiunturale sulle imprese artigiane della Sardegna
CAGLIARI - Gli artigiani rappresentano oltre un quarto del sistema imprenditoriale della Sardegna, il 25,6percento sul totale delle imprese attive. Nuoro rappresenta la quarta provincia italiana per importanza dell’artigianato sul tessuto produttivo; Gallura e Ogliastra sono, per incidenza artigiana sul numero di imprese, tra le prime cinque province in Italia. Nel 2014, gli addetti artigiani sardi erano 66232, con un peso del 23,5percento sul totale degli addetti (282mila), una quota molto superiore rispetto al dato nazionale (18percento) ed al sud Italia (21percento), ma in contrazione rispetto al 24,5percento del 2010. Segnali positivi da produzione, ordinativi e fatturato: nel 2014, oltre il 40percento ha indicato una stabilizzazione dell’attività. Nel 2015, la situazione è andata ulteriormente migliorando: il fatturato medio passa da 150mila a 200mila euro. Durante il 2015, l’8percento degli artigiani intervistati ha ripreso ad assumere.
Questi i principali dati scaturiti dal sesto Rapporto congiunturale sulle imprese artigiane della Sardegna presentato oggi (sabato), a Cagliari, dalla Cna. In crescita commercio, servizi alle imprese e manifatturiero agroalimentare. Critica la situazione dell’edilizia. Soffrono anche trasporti, alberghiero e ristorazione; a livello territoriale, in difficolta Nuorese ed Ogliastra. Per quanto riguarda il credito, diminuiscono le imprese artigiane che lamentano un deterioramento delle condizioni complessive del finanziamento bancario: il 15percento contro il 20percento nel 2014 ed il 31percento nel 2012.
«E’ necessario mettere in campo una strategia di sviluppo regionale per intercettare questi segnali di ripresa. L’impianto recessivo della manovra finanziaria approvata dalla Giunta, tarpa le ali alla crescita economica (il Consiglio cancelli l’aumento Irap e Irpef). Le risorse necessarie possono essere trovate nel fondo Sfirs, che ammonta a circa 250milioni di euro», dichiarano i rappresentanti della Cna Piras e Porcu. «Sulla sanità – proseguono - non basta il piano di rientro, occorre costruire un sistema affidabile di monitoraggio e controllo della spesa: un fallimento il sistema informatico Sisar». Infine, «grave accantonare ogni ipotesi di spending review sulla P.A. di cui al contrario si gonfiano gli organici (vedi Ente Foreste ed ex IPAB di Ploaghe)».
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