S.A.
9 febbraio 2016
Imprese sarde più green
L´isola al terzo posto in Italia. Cresce la produzione pro capite e si assesta il numero di imprese delle rinnovabili. Lo certifica un rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato
NUORO - Sono ben 1.083 i watt prodotti, per ogni abitante, da fonti
rinnovabili come eolico, fotovoltaico, geotermoelettrico e biomasse,
inclusa la parte dei rifiuti non biodegradabili, ad esclusione
dell’idroelettrico, dato che pone l’isola al quarto posto in Italia
dopo il Molise, la Basilicata e la Puglia. Si assesta ancora il numero delle imprese che opera nel settore; oggi sono circa 2mila gli imprenditori (erano 2.663 nel 2014) che fabbricano motori, generatori, turbine, e pannelli fotovoltaici, producono energia, recuperano e riciclano rifiuti e, soprattutto, installano e manutengono impianti elettrici. Lo certifica un rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha rielaborato i dati di Terna e di Movimprese dell’inizio del 2015.
All’opposto della classifica, la potenza generata pro capite più
contenuta si registra in Lombardia con 299 watt per abitante, Lazio
con 248, Valle d’Aosta con 201 e Liguria con 113; il Mezzogiorno
presenta una potenza da fonti rinnovabili doppia (+99,5%) rispetto a
quella del Centro Nord. Nei vari settori di produzione, la Sardegna occupa una posizione di spicco anche nell’eolico (terza in Italia con 599 w), nel fotovoltaico (settima con 440 w per abitante), nell’idrico (nona con 280 w) e nelle biomasse (dodicesima con 54 w).
«Nonostante il netto taglio agli incentivi degli ultimi anni –
sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria
Carmela Folchetti – i numeri sottolineano la vivacità di un comparto
che punta sull’eco-efficienza e sulle energie rinnovabili e che offre
grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia in termini
di innovazione, sia per il mantenimento dei posti di lavoro. Per proseguire la crescita di questo “sistema” – continua la
presidente – è necessario garantire maggiore stabilità al comparto,
anche mediante la rimodulazione degli incentivi con percentuali che
dovrebbero variare in funzione dei risparmi energetici effettivamente
conseguibili dai singoli interventi».
|