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A.B. 6 febbraio 2016
Corallo: Confartigianato chiede coordinamento
Confartigianato Sardegna chiede coordinamento ed unità di sforzi per la valorizzazione dell’oro rosso. «E’ un prodotto artigianale d’eccellenza che merita di essere tutelato e valorizzato», dichiara il segretario regionale Stefano Mameli. Chiesta anche la riattivazione dei Marchi Collettivi Geografici per le produzioni artigianali sarde
Corallo: Confartigianato chiede coordinamento

ALGHERO - «Per la tutela e valorizzazione dei manufatti in corallo, è indispensabile il marchio di qualità regionale. Per questo, è necessario che le imprese e l’Assessorato Regionale all’Artigianato e Turismo lavorino per affidare agli artigiani, e di conseguenza alle lavorazioni, il “Marchio Collettivo Geografico”. La Confartigianato si sta adoperando affinché questo possa avvenire in tempi brevi». Questo è quanto ha dichiarato Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, questa mattina (sabato) ad Alghero, durante la tavola rotonda, dal titolo “Ripensare il corallo”, organizzata dall’Amministrazione Comunale, insieme al sindaco Mario Bruno, ad esperti del settore ed ai rappresentanti della Confartigianato.

«Questa operazione è fondamentale per promuovere il corallo come prodotto dell’artigianato sardo d’eccellenza – ha continuato il segretario regionale di Confartigianato - ciò è già avvenuto con
tessitura, ceramica, coltelli, filigrana e altre attività ed è necessario che avvenga anche per il corallo. Promuovere questi prodotti significa promuovere i nostri territori, la nostra cultura e identità. Però dobbiamo ricordare che tali marchi oggi non sono ancora del tutto operativi – continua Mameli – per questo è necessario che la Regione si adoperi per riattivarli, certificare gli artigiani che avevano presentato formale richiesta e rilasciare loro il Marchio Collettivo Geografico. Questo nell’ottica di una promozione e di un supporto alle imprese del tipico e tradizionale e, soprattutto, per evitare che venga sprecato il lavoro che era stato svolto con fatica e dispendio di risorse economiche».

Il marchio di tutela di qualità dei prodotti dell’artigianato sardo, il famoso “Marchio Collettivo” con l’indicazione di qualità geografica, è stato promosso dall’Assessorato Regionale all’Artigianato, Turismo e Commercio sin dal 2008. Dopo un lungo lavoro di ricerca e classificazione dei parametri di qualità, con particolare riferimento alle tecniche di produzione, che ha portato alla stesura dei disciplinari, realizzato in collaborazione con gli artigiani, sette anni fa si è arrivati a un sistema di certificazione condiviso per otto lavorazioni artigianali della Sardegna (tessitura, intaglio, filigrana, ferro battuto, ceramica, intreccio, gioielli e coltelli). Da quel periodo, gli artigiani che avessero seguito tali “parametri”, avrebbero dovuto ricevere il marchio di qualità (Marchio collettivo geografico) attraverso il quale gli acquirenti avrebbero potuto riconoscere l’originale prodotto sardo. Il marchio consiste nel famosissimo cavallino stilizzato, affiancato dal nome “Sardegna”.

Mameli ha ricordato all’assessore regionale all’Artigianato Francesco Morandi, presente alla tavola rotonda, la piena disponibilità di Confartigianato per costruire e un sistema che, insieme alle imprese artigiane, valorizzi il prodotto, lo promuova e lo commercializzi. «In ogni caso – ha concluso Mameli - è necessario riattivare una politica di recupero anche per settori in via di estinzione come la cestineria o la lavorazione del rame, solo per citarne alcuni. Occorrerebbe, come già proposto anni fa, un elenco speciale presso le Camere di Commercio che consenta alle imprese del settore di non essere classificate come quelle che producono in serie».

Nella foto: Stefano Mameli



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