Mariangela Pala
26 dicembre 2015
Syndial, palte fosfatiche: nuovo sequestro Noe
Oggetto del sequestro 46 cisterne speciali utilizzate per raccolta di fluidi contaminati e numerosi “big bag” (sacconi per usi industriali) che si trovavano in un capannone nell’area Syndial

PORTO TORRES - I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Sassari dopo accertamenti tecnici e articolata indagine eseguita in stretta collaborazione con l’Autorità Giudiziaria di Sassari, hanno eseguito un nuovo sequestro nell’area vasta di circa 4 ettari adibita a deposito dei rifiuti speciali pericolosi denominata “Palte Fosfatiche” posta all’interno dell’area di proprietà dello stabilimento industriale della Società Syndial Attività Diversificate Spa, che insiste nel sito di bonifica di interesse nazionale di Porto Torres.
Oggetto del sequestro 46 “bulk” (cisterne speciali utilizzate per raccolta di fluidi contaminati) e numerosi “big bag” (sacconi per usi industriali) che si trovavano in un capannone nell’area Syndial. L’attività è stata svolta su delega del sostituto procuratore della Repubblica Mario Leo, titolare dell’inchiesta, seguita direttamente anche dal procuratore capo reggente Paolo Piras, che la scorsa estate ha portato al sequestro dell’area per la presenza di rifiuti considerati radioattivi.
I reati ipotizzati al momento sono: disastro ambientale, imbrattamento del suolo e gestione di discarica non autorizzata con pericolo per l’incolumità pubblica. La zona, interessata da interventi di bonifica come il “capping” (la copertura del sito inquinato per evitare ulteriori contaminazioni e per la messa in sicurezza), è oggetto di verifica da parte dei consulenti,l'ingegner Paolo Rabbiti e il geologo Giulio Pisu di Cagliari, che dovranno presentare i risultati dell’esame dei materiali oggetto dell’ultimo sequestro eseguito nell’area delle palte fosfatiche dismessa ormai da oltre trent’anni.
L’obiettivo primario è quello di stabilire se sono presenti ancora sostanze radioattive (residui di lavorazione delle fosforiti) e se esistono pericoli per la salute pubblica. Secondo quanto accertato dal Noe, i liquidi accumulati dentro i “bulk” proverrebbero dalle lagune che si erano formate con le piogge, mescolando acqua e rifiuti radioattivi. Le altre attività riguardano la caratterizzazione dei rifiuti (non pericolosi secondo Syndial) e le verifiche sui codici Cer - Catalogo europeo dei rifiuti del 2002 - per valutare l’effettiva corrispondenza.
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